GAZZO, 609m s.l.m.
si raggiunge dal capoluogo per una strada tortuosa che si snoda tra gli ulivi.
È essenzialmente composto di tre principali contrade: Gazzo, Vigna e Lerice.
La sua storia è antica, ed è documentato che l’attuale insediamento risale almeno al XIII secolo, dopo vari spostamenti della popolazione (anch’essi documentati) da un luogo all’altro, dovuti al peggioramento delle condizioni di vita.
Da lontano, le tre contrade che formano Gazzo appaiono ben distinte, e su tutto il paese domina la chiesa parrocchiale, isolata, circondata dal verde della vegetazione un po’ selvaggia che negli ultimi anni ha sostituito gli orti e i boschi un tempo ben curati.
È dedicata al patrono, san Bernardino da Siena, instancabile predicatore del Santissimo nome di Gesù, cui la tradizione attribuisce la scelta del luogo di fondazione della chiesa stessa, in occasione di una missione (documentata) predicata nel nostro territorio. La pietà popolare venera anche come patroni delle contrade di Gazzo e Vigna rispettivamente la martire santa Apollonia e sant’Antonio da Padova, ai quali sono dedicate due cappelle; mentre a Gazzetto, uno dei precedenti insediamenti, sussiste tuttora, circondato da cipressi e castagni, il santuario dedicato alla Natività di Maria, festeggiata l’8 settembre.
Non sono rimasti in molti, gli abitanti del paese: tante famiglie nei decenni passati si sono trasferite in città (Albenga, Imperia…), dove le condizioni di vita erano certo migliori. Ma per fortuna l’amore per la terra e rinnovati sensibilità e interesse per la genuinità e le eccellenze del territorio (olio extra vergine da olive taggiasche, aglio di Vessalico P.A.T. e, non meno importante qualitativamente la produzione di miele) incoraggiano giovani (e meno giovani) imprenditori a riprendere le coltivazioni e le attività di un tempo.
Tra i compaesani più o meno illustri, va senz’altro ricordato padre Vincenzo Celesia, cappuccino (1864-1924), esperto di pirografia, botanica, storia dell’arte e storia dell’Ordine; grazie a un suo consistente lascito, a ciò destinato, si poté costruire un acquedotto che fece sì che Gazzo, già agli inizi del Novecento, fosse tra i primi paesi dell’entroterra a disporre di acqua potabile in ogni casa.